Riccardo Rocchi

Anticorpi monoclonali ovunque…

“Due pazienti curati col Tocilizumab!” titolava l’informazione mainstream ed in tutti i social si leggeva “la cura è un anticorpo monoclonale”.
Anticorpo monoclonale! Che cosa è esattamente, quali sono le sue proprietà e come si produce in laboratorio?
Andiamo per gradi, le nozioni per comprendere a pieno questo argomento non sono poche ma vale la pena renderle accessibili a tutti, per avere strumenti d’interpretazione alla miriade di informazioni che quotidianamente ci vengono somministrate.
Al momento del primo contatto tra il nostro organismo e un elemento estraneo, che sia un patogeno, una tossina, ma anche un polline o qualsiasi allergene, si genera una prima risposta immunitaria che servirà per formare una memoria. Molto semplicemente incontriamo un nemico, o qualcosa che pensiamo possa essere ostile, e prepariamo le misure difensive adeguate: gli anticorpi. L’organismo possiede quindi delle armi di base che fanno parte della risposta immunitaria detta “innata” e armi più specifiche, proprio gli anticorpi, che fanno capo alla risposta detta “adattativa o acquisita”. La risposta innati è uguale per tutti i nemici che incontriamo, molto generica e a volte non sufficiente, quella adattativa invece è specifica e, per semplificare, allenabile. Dopo il primo contatto si assiste al fenomeno della “espansione clonale”, cioè si amplifica l’esercito di linfociti B, produttori di anticorpi, specifici per il nemico che abbiamo incontrato. La specificità viene data dal riconoscimento dell’antigeno, cioè una porzione del patogeno o molecola ritenuta ostile dall’organismo.Gli anticorpi monoclonali (MAB) si ottengono in laboratorio fondendo linfociti B, presi dalla milza, e cellule di mieloma, cioè cellule tumorali del sangue. Si ottiene quindi una cellula, chiamata “ibridoma”, che è in grado di riconoscere antigeni ostili (come i linfociti B) e moltiplicarsi a dismisura (come un mieloma), dando vita a numerose cellule tutte uguali (cloni). Si addestra questo ibridoma a produrre anticorpi per un antigene specifico, specificità mantenuta anche da tutti i cloni.
Il Tocilizumab è stato sviluppato dalle case farmaceutiche Hoffmann-La Roche e Chugai per trattare l’artrite reumatoide, concesso gratuitamente per l’utilizzo contro SARS-CoV-2. E’ un farmaco immunosoppressore, precisamente inibisce il recettore cellulare dell’interleuchina 6, una molecola necessaria per indurre stato di infiammazione.
Altro anticorpo monoclonale contro Covid-19 di cui si sta parlando è l’anticorpo 47d11, la sperimentazione mostrerebbe la capacità di legarsi direttamente al virus, impedendo l’infezione cellulare.

Comparso su Agenzia Eventi